Voglio raccontarvi la mia esperienza.
Un anno fa decisi di acquistare un MacBook. Mi serviva un portatile che non fosse troppo grosso e l’idea di addentrarmi in una nuova avventura, mi stuzzicava particolarmente.
Come sapete studio ingegneria informatica ma sono convinto che la preparazione più grande non la si guadagni durante le giornate passate in biblioteca (che ahimè, non mi faccio mancare…) o dietro i banchi durante una lezione.
Credo che, in ogni settore, ciò che conta di più, sia l’esperienza sul campo. L’abitudine ad utilizzare certi strumenti.
Potrete leggervi un manuale di meccanica approfonditissimo, ma senza dubbio il vostro meccanico sarà il doppio più veloce di voi a smontare e rimontare il motore.
Questa regola vale in ogni settore, anche nell’informatica.
Così, scelsi di “abbandonare Windows” non solo per lo stress che può comportare (ma approfondisco meglio dopo), ma anche per iniziare a studiare un sistema operativo “alternativo” a quello che attualmente è il più diffuso al mondo.
E’ stata una bella scelta.
Giusto per approfondire il discorso Windows, devo ammettere che non essendo un pirletto dietro un monitor non ho mai sofferto infezioni di spyware, malware, virus, rootkit, backdoor e chi più ne ha più ne metta (ma quante possibilità esistono per entrare…?! ). Tra l’altro una pulizia costante ed una manutenzione programmata (deframmentazione, scandisk, compressione registro) rendeva Windows anche abbastanza stabile.
Ed è con le ultime due parole che cambio discorso.
La stabilità di Leopard non l’avevo mai provata prima, in anni di lavoro con un sistema Microsoft (da Windows 3.11 ad XP, passando anche per il ME ed il 2000).
Leopard riesce benissimo a rimanere attivo e reattivo anche due settimane senza esser riavviato. Con Windows non ero mai riuscito a superare 3-4 giorni senza notare evidenti rallentamenti.
Tra l’altro, con Windows, non potendo gestire in maniera pulita le installazioni e le configurazioni, ogni anno, anno e mezzo, facevo una formattazione.
Avendo più computer a casa, la cosa risultava anche abbastanza rapida. Spostavo i file in rete (sapevo cosa andare a prendere al volo), formattavo e ripartivo con l’installazione pulita di OS e programmi.
Con Leopard è decisamente diverso. E’ passato un anno ma il sistema mi sembra tale e quale a quando l’ho comprato. L’unica cosa che faccio, saltuariamente, è ripristinare i permessi d’accesso ai file di sistema. Giusto per evitar casini. Una manciata di minuti (2 o 3, non oltre) ed ho finito.
Non è di questo che vorrei parlare però.
Leopard mi è stato d’aiuto da un altro punto di vista: familiarizzare con un sistema UNIX.
Usare la shell come si deve, abituarmi alla struttura delle directory del sistema organizzate diversamente, conoscere la differenza tra /bin ed /sbin giusto per dirne una.
Inoltre, OS X mi ha permesso di rivedere la chiusura mentale verso l’uso di applicazioni ed interfacce grafiche diverse da quelle windowsiane. Un particolare da non trascurare.
Mi sono così abituato ad un sistema alternativo (e ne ho apprezzato così tanto le sue peculiarità, come gli Spaces ed Exposé tra le tante) che adesso non riesco più a farne a meno.
Stupidamente, raccontavo ad un amico, quando mi ritrovo su un computer con Windows vado istintivamente col mouse verso un angolo dello schermo alla ricerca di un “angolo attivo”. Nulla da fare. Windows è fermo su quel suo desktop unico e squadrato.
Ci sto stretto.
E così, il diretto passaggio.
Quando ho comprato il computer nuovo, non c’ho pensato due volte: non avrei più messo Windows.
La scelta più moderata è stata quella di scegliere Ubuntu, una distribuzione linux che grazie alla sua facilità d’uso ha raggiunto ultimamente il 38% di penetrazione tra gli amanti del pinguino. Già da qualche giorno però, rifletto se non sia il caso di… chiedere di più.
Racconto tutto questo per un semplice motivo. Anch’io ero un utente windows-dipendente. Ero uno di quelli che guardava con orgoglio il suo desktop, pulito e sistemato e pensava di essere davanti a tutto ciò che potesse servirgli: “perché in fondo funziona come dico io” mi dicevo.
Ho voluto osare. Adesso non saprei tornare indietro.
Le alternative esistono e funzionano. Non ho smesso di fare ciò che facevo (al contrario ho scoperto strumenti che prima non sfruttavo: iMovie ad esempio, è un gioco divertentissimo confrontato a Windows Movie Maker…) ed ho ampliato le mie conoscenze. Meglio non poteva andarmi.
C’è un però in tutto questo.
In passato avevo già usato sistemi linux. Mandrake (quando si chiamava ancora così) giusto per dirne uno (ma anche Slackware e Debian…).
Però non mi avevano facilitato il compito. OS X, con la sua facilità d’uso m’ha permesso di abituarmi ed innamorarmi ad un nuovo sistema, senza soffrire.
Ripagava la mia inesperienza con l’attenzione per i particolari. Le cose su OS X, son li dove te le aspetti.
Un po’ come la possibilità di disinstallare un’applicazione trascinandola nel cestino. Intuitività.
Ecco qual è la parolina magica che OS X possiede mentre le distribuzioni linux provate in passato non avevano.
Cura ed attenzione verso ogni aspetto.
Adesso il passo è fatto, il peggio è passato e noto con piacere che ritrovarmi su un sistema UNIX mi piace e stimola.
Si, perché per studiare con passione, bisogna ricevere stimoli.
Volte abbandonare Windows? Se potete, passate prima ad un computer Apple.
Questa è la mia esperienza.
Emanuele